Gabrielle Coco Chanel incarna ancora oggi l’emblema della donna imprenditrice. Ha dimostrato a tutti e a tutte che con il solo lavoro è possibile arrivare laddove nessuno era arrivato prima: a costruire una fortuna immensa contribuendo in modo determinante alla causa femminile. Chanel ha infatti restituito alle donne la libertà e l’ha fatto attraverso la moda, eliminando busti, velette e imbottiture che ne limitavano i movimenti e definivano l’immagine femminile come immagine di fragilità e leziosità. Ricordata per il suo stile e il suo carattere inconfondibili – con le larghe narici, gli occhi vispi, il caschetto corto, la sigaretta tra le labbra, le forbici al collo e la verve polemica – rappresenta la donna sicura, sola e autosufficiente, amante delle arti e del lavoro. La sua è la storia di un’incredibile ascesa: la rivincita della contadina. Figlia di ambulanti, divenuta ricchissima e celebre in tutto il mondo, da adulta ha rinnegato le umili origini e l’infanzia trascorsa in orfanatrofio e ha costruito una biografia personale, mistificando la realtà.
Il libro ripercorre invece la vita rinnegata, illustrando le ascese e le cadute di Coco, dai tentativi fallimentari di diventare cantante di caffèconcerto all’umiliazione di essere l'”irregolare” di Etienne de Balsan, dalle prime attività come modista a Parigi e Deauville fino alla nascita dell’impero Chanel con la collaborazione dell’adorato Boy Capel. Per non dimenticare il rapporto con la spia tedesca Spatz, l’accusa di collaborazionismo con il regime nazista e la fine della casa di moda, gloriosamente rinata negli anni Cinquanta, con il favore americano.
Elena Triolo ha elaborato – con il suo tratto sicuro e graffiante – un’interpretazione fiera e altera della stilista, non senza un tocco di ironia. Ha scelto di utilizzare una palette giocata esclusivamente sui colori base della moda Chanel.